SEI Laser: rivoluzione digitale nel converting

OPEN HOUSE – “The Digital Converting Re-Volution”, questo è il claim dell’Open House organizzata da SEI Laser per presentare la propria gamma di soluzioni per il mondo delle etichette, arti grafiche e cartoncino teso, con sessioni teoriche di approfondimento e demo pratiche sulle macchine presenti nello show-room.

 

La rivoluzione digitale proposta da SEI Laser non parte dalle tecnologie, bensì da nuove applicazioni che possono aprire nuovi mercati. Il digitale ormai non è più una novità nel settore della stampa e del converting, e tra l’altro SEI Laser che progetta e costruisce sistemi laser per svariati settori industriali è da sempre orientata a proporre soluzioni innovative rispetto ai sistemi tradizionali, animata dalla profonda convinzione che per qualsiasi applicazione possa esistere un’alternativa laser.

L’azienda, con oltre 35 anni di storia, è oggi uno dei principali produttori al mondo di sistemi laser, e da alcuni anni sono stati compiuti notevoli investimenti di ricerca e sviluppo per i settori della stampa, arti grafiche e converting, perché i laser, che possiamo tranquillamente considerare dei sistemi di taglio digitale, vista l’assenza della tradizionale fustella, possono aiutare stampatori e converter di carta, etichette, packaging flessibili e cartotecnici a svolgere in maniera innovativa il loro lavoro. Per alcune applicazioni inoltre il laser rappresenta forse l’unica soluzione possibile; pensiamo ad esempio ai biglietti augurali con figure geometriche talmente complesse che nessuna fustella tradizionale sarebbe in grado di riprodurre con esattezza.

Come ricordato da Ettore Colico, responsabile vendite per i settori arti grafiche, etichette e cartotecnica, il concetto di rivoluzione digitale non è da riferirsi alle tecnologie, quanto piuttosto al modo di intendere il processo di produzione, che attraverso la rivoluzione del digitale, apre nuovi scenari di business.

 

Il workflow è tutto veramente digitale?

“Oggi la battaglia non è offset contro stampa digitale, perché ormai è stato dimostrato che ogni tecnologia è idonea e valida per determinati tipi di applicazione e nelle aziende convivono ormai svariate tecnologie di stampa”, dice Ettore Colico, ponendo poi un interessante quesito: “Il processo di produzione è realmente tutto digitale?”.

Marketing, offerte commerciali, approccio con il mercato rientrano tranquillamente in un processo digitale grazie ai siti internet, alle comunicazioni via email, alla gestione dei social network in grado di gestire il contatto con il cliente in maniera efficiente e immediata. Anche la fase di pre-stampa e la preparazione dei lavori è stata letteralmente stravolta dall’avvento delle tecnologie digitali; se con un processo di lavoro analogico si riuscivano a realizzare 4-5 commesse al giorno, oggi le commesse pronte in una giornata sono decine se non centinaia. Lo stesso discorso vale più o meno anche per il reparto stampa, dove digitale e tecnologie di automazione sulle macchine hanno velocizzato il processo di produzione, in grado di ridurre il time to market, anche della stampa tradizionale offset.

“Ciò che oggi non è ancora completamente digitale è la fase di post stampa, tutte quelle operazioni di converting e finishing che molte aziende processano in maniera tradizionale. E’ vero che esistono i sistemi di taglio digitale come i plotter che in parte hanno digitalizzato il processo di trasformazione degli stampati, ma questa fase del work flow di produzione è considerata ancora un collo di bottiglia. Con le fasi di marketing, pre-stampa e stampa sempre più veloci, quantità di lavori stampati vengono realizzati in brevissimo tempo dal momento dell’ordine e si fermano davanti alle macchine da converting, o in attesa delle fustelle. “Se questo può non es sere un problema per le lunghe tirature, per le quali l’azienda può organizzarsi in tempo, diventa invece un grosso scoglio da superare se si tratta di brevi lotti di riduzione, magari delle urgenze, che necessitano di un velocissimo time-to-market. Qui entra in scena lo specialista del converting, SEI Laser”, dice Colico.

 

Un laser per diverse applicazioni in diversi mercati: arti grafiche, imballaggio, etichette

Se il mercato ha decretato il successo di piattaforme digitali che offrono il servizio web-to-print, la sfida per un costruttore di tecnologie come SEI Laser è quella di offrire delle soluzioni in grado di adattarsi ai tempi di produzione e alle esigenze di queste ormai non più nuove forme di servizio. Dal web-to-print si è dunque passati a una sfida ancor più difficile, tanto che oggi si sente sempre più parlare di web-to-label, web-to-packaging, web-to-paper design.

SEI Laser ha diviso le proprie soluzioni tecnologiche in 3 categorie: arti grafiche, imballaggio, etichette e per ognuna di queste categorie offre soluzioni di converting dedicate.

PaperOne 3500 è la proposta dell’azienda bergamasca per il settore arti grafiche per i formati 350x500mm fino a 350x1000mm. La macchina si presenta estremamente compatta ed è l’ideale per fustellature, micro-perforazioni, decorazioni per biglietti augurali, ed è in grado di lavorare spessori di substrati da 0,10mm a 0,6mm.

“Questa macchina è più piccola rispetto alle altre nostre soluzioni, ma le teste laser che la animano sono esattamente le stesse montate su macchine più grandi, e garantiscono la stessa qualità. Questa soluzione è l’ideale per lo stampatore commerciale che vuole ampliare la gamma dei servizi alla propria clientela. La soluzione è modulare e quindi può essere ampliata secondo nuove e future esigenze”, commenta Ettore Colico.

La PaperOne 5000 è la tecnologia progettata da SEI Laser per il mercato del packaging per il formato 500×700 mm ampliabile fino al 530 o 750mm di passaggio carta ed è dotata di caricatore automatico direttamente da pallet in entrata e impilatore sempre su pallet in uscita. La macchina processa substrati da 0,15mm fino a 0,6mm di spessore quindi ideale per il cartoncino teso ma anche materiali plastici come PET, PP, BOPP e può eseguire fustellature, cordonature, micro-perforazioni.

Infine la soluzione per il mondo delle etichette, e in questo caso stiamo parlando di una soluzione a bobina, la Labelmaster 350x600mm in grado di eseguire nobilitazioni su carta, carta patinata, PET, PP, BOPP quali ad esempio fustellatura laser, stampa, vernici, laminazioni, stampa a caldo, e può essere configurata in maniera modulare con sistemi UV flexo rotativi, semi-rotativi, teste laser da 1 fino a 4, sistemi di taglio, sistemi di ispezione ed può raggiungere una velocità massima di 100 m/min. La macchina può essere configurata bobina-bobina o bobina-foglio.

“Questa soluzione per il mondo label è senz’altro più matura rispetto alle nostre tecnologie a foglio, e questa è lragione principale per la quale la Labelmaster offre unpossibilità di opzioni così importante”, aggiunge Colico.

Al fine di ottimizzare l’impiego delle sue tecnologie, SEI Laser ha deciso di fornire una propria marca di controsolcatori per la cordonatura, SEI PaperOne ProCrease è il programma commerciale di questa soluzione, composta da controsolcatori “maschio” e “femmina” per la cordonatura a costi competitivi rispetto alle soluzioni già presenti sul mercato, testati fino a 15.000 fogli. SEI Icaro è invece il software proprietario ideato per la preparazione delle maschere di cordonatura e fustellatura per aiutare l’operatore a impostare il set-up della macchina e a gestire il workflow di produzione. All’interno di SEI Icaro esiste anche l’opzione Variable Data per la gestione appunto del dato variabile.

“Vogliamo integrare i nostri sistemi laser in un workflow di produzione digitale, attraverso il quale le varie macchine coinvolte nel processo di produzione si scambiano automaticamente i dati in attesa di iniziare la loro fase di produzione. Questo, insieme all’applicazione laser nel converting il cui unico limite può essere rappresentato dalla fantasia dei creativi, è il nostro concetto di rivoluzione digitale applicata al settore della stampa commerciale, di imballaggi ed etichette. Invito le aziende a utilizzare il digitale per creare nuovi business”, conclude Ettore Colico.


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